Parlare civile
Sottotitolo
Comunicare senza discriminare
Motto
Non esistono parole sbagliate. Esiste
un uso sbagliato delle parole
A cura di
-
Redattore Sociale (unica agenzia
di stampa quotidiana specializzata sui temi sociali, organizzatrice dal 1994
degli omonimi seminari di formazione per giornalisti, oltre 5.000 partecipanti
fino al 2011)
- Associazione Parsec (tra le più importanti associazioni italiane
per l’intervento e la ricerca sui temi del disagio sociale, welfare,
immigrazione, dipendenze, prostituzione ecc.)
- con il finanziamento della Open Society Foundation.
Editore del libro
Bruno Mondadori
Web
Consulenza
scientifica
Francesco Carchedi (coordinatore),
Giovanni Mottura, Enrico Pugliese, Stefano Trasatti.
Coordinamento
Stefano Trasatti (Redattore
Sociale ), Antonio D’Alessandro (Associazione Parsec).
Redazione
Raffaella Cosentino, Giorgia
Serughetti, Federica Dolente.
Obiettivi
“Le parole sono azioni” è una massima
attribuita a Ludwig Wittgenstein. E’ evidente che le parole non sono neutre, ma
allo stesso tempo non possono essere sottoposte a censure. Il problema non è la
parola in sé, ma il suo uso scorretto che può creare disinformazione.
Il progetto “Parlare civile” – il primo nel suo genere in
Italia – è pensato per fornire un aiuto pratico a giornalisti e comunicatori
nel trattare temi sensibili che sono a rischio di discriminazione.
Il lavoro si concretizza in un manuale cartaceo – che uscirà il 19
aprile 2013 per l’editore Bruno Mondadori - e in un sito web la cui messa on line è
prevista tra settembre e ottobre 2013.
Tra gli scopi di queste pubblicazioni
anche quello di portare a unità il tanto materiale di qualità già prodotto
sull’argomento in Italia e in Europa.
I testi saranno sono scritti con un
linguaggio non accademico, di facile consultazione, incrociando il significato
delle parole con casi esemplificativi di usi corretti e scorretti in ambito
giornalistico e di comunicazione istituzionale.
Pensati anche per le scuole di
giornalismo e le facoltà universitarie dove si formano i nuovi comunicatori, manuale
e sito mirano ad essere uno strumento indispensabile per i redattori, i freelance,
i creativi che già lavorano nel mondo della comunicazione giornalistica, nonché
di quella istituzionale e pubblicitaria.
Struttura
Capitoli
Ogni capitolo corrisponde a una
macroarea tematica:
- Disabilità
- Genere e orientamento sessuale
- Immigrazione
- Povertà e Emarginazione
- Prostituzione e tratta
- Religioni
- Rom e Sinti
- Salute Mentale
- Giustizia (carcere, devianza, mafie…).
Solo i primi 8 compariranno nel
manuale cartaceo.
Schede
Il manuale cartaceo è articolato in 25 schede-parola, con un’impostazione
tra l’inchiesta giornalistica e sociale e il saggio. In ogni scheda vengono
evidenziate altre parole chiave, per un totale di circa 300 tra termini e
locuzioni, raccolti in un indice analitico. Ogni scheda è introdotta da un caso
giornalistico, poi commentato, o da alcune frasi fatte. La spiegazione della
parola comprende la definizione (anche etimologica), il suo uso, riferimenti ai dati statistici. Dove opportuno e possibile vengono suggerite delle
alternative.
Nel sito invece le schede-parola saranno oltre 200. Sarà quindi
articolato come un vocabolario in cui ogni scheda conterrà uno o più dei
seguenti paragrafi:
-
Definizione
-
Uso del
termine
-
Scheda dati
(con infografiche)
-
Alternative
consigliate
-
Frasi fatte
(locuzioni usate comunemente e commento; esempi: "i clandestini sono
venuti in Italia per delinquere" , "costretto su una sedia a
rotelle", "il mestiere più antico del mondo")
-
Casi
giornalistici
Ciascun capitolo riporterà alla fine riferimenti
normativi e note.
Tono
Non si tratta di pubblicazioni di denuncia,
ma di servizio, volte a fornire documentazione e formazione. Per questo vengono
realizzate con un tono che non è censorio o prescrittivo, ma soltanto didattico
e informativo. I casi giornalistici citati
a mo’ di esempio non indicano il nome della testata o dell’autore
dell’articolo, ma soltanto la tipologia (quotidiano nazionale, sito internet,
data di pubblicazione ecc.). Quanto alla spiegazione dei termini, ci si basa sull’uso scientificamente
certificato e più accreditato, quello più accettabile in cui non è insita una
possibile discriminazione o un’offesa.
Essendo strumenti
pratici, segnalano anche i casi in cui si usano parole e frasi troppo politically
correct, fuori dall’uso reale. Sempre nell’ottica di consigliare e mai di
censurare, visto che il linguaggio non è statico, ma è in continua
trasformazione. Un esempio di termini che si sono evoluti nel tempo e sono
troppo artefatti sono “non vedente”, per dire cieco, e “diversamente abile”: essi sono molto contestati
dagli stessi disabili, ma vengono ancora usati.
Di fronte alle etichette più frequenti,
come clandestino, vù cumprà e nomadi, si cercherà sempre di suggerire delle alternative corrette
alle parole in voga ma discriminatorie.
Contatti
E-mail: info@parlarecivile.it
- Tel: 0734 681001 (Redattore
Sociale).
Molto interessante questo progetto.
RispondiEliminaBello il logo che avete sviluppato.
Belle le parole scelte per il titolo, semplici, chiare, significative.
Insieme a quella che ho sentito alla presentazione su radio24, la parola umanizzazione, contrapposta a un vuoto politically correct.
Di questo credo abbiamo grande necessità, collettivamente, della consapevolezza e del rispetto dell'umanità di ciascuno.
In questo vostro "manifesto" leggo però una parola che forse io avrei evitato, la parola manuale, riferita al libro omonimo che uscirà il 19 aprile.
A me sembra che la parola manuale esprima una pretesa regolativa che d'altra parte negate in altri passaggi.
Forse si tratta di una risonanza mia, ma a me sembra che i manuali abbiano proprio questa pretesa, di dirti cosa fare e come fare.
E di solito sono noiosi, e li vai a leggere solo se non riesci a frne a meno. Parlo dei manuali tecnici, per l'installazione un software o di un dispositivo o per montare un mobile; gli altri, quelli della serie "manuale per genitori" offendono l'intelligenza del lettore.
Confido così non sia per il vostro libro, dalle altre premesse e da quello che ho sentito in radio da una delle autrici lo escluderei.
Se abitassi a Roma parteciperei molto volentieri alla presentazione, aspetterò invece l'uscita in libreria o, forse, anche in formato ebook?
grazie di questo vostro lavoro, Antonio Bianchi
Splendido... :-))) Sì, era necessario e lo sarà ancora: il linguaggio è di per sè una forma strutturale di incomprensione, che richiede continui chiarimenti. Si parla per fra-intesi. E, specie di recente, non mi sembra che ne manchino le occasioni.:-)))) Grazie, come Cittadina di questo Paese e abitante del 'Cervello Collettivo'.:-))))):-)))) <3 Sabrina Garofano
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