ROMA - Chiusi i battenti del seminario "Parlare civile"
(Roma, 18 aprile), rimangono le impressioni dei partecipanti e le analisi dei
relatori. Mentre tutti i video sono disponibili a questo link, e mentre il libro arriva oggi in libreria, di seguito abbiamo provato a ripercorrere le
fasi salienti dell'incontro attraverso i tweet prodotti dagli iscritti e
dall'Agenzia Redattore Sociale (@RedattoreSocial)
con l'hashtag #parlarecivile.
Giulio Marcon, presidente del comitato scientifico della
Scuola del sociale e parlamentare di Sel, ha aperto la giornata, dopo i saluti
e l'intervento del direttore dell'Agenzia Stefano Trasatti. E subito il primo 'cinguettio' segnala: "@GiulioMarcon1 cita
Nanni Moretti: chi parla male pensa male". In effetti Marcon non ha
mancato di sottolineare che "parole sbagliate producono politiche
sbagliate", come ricorda Valentina Ersilia. Che a proposito del successivo
intervento della giornalista Rai, Daniela De Robert , scrive: "Chiamare le cose
con il loro nome non è una banalità. Bisogna imparare a ripensare le parole che
si logorano". E subito dopo Serena Carta, altra iscritta al seminario,
twitta: "Daniela
De Robert : le parole hanno un peso e provocano conseguenze,
sono muri o ponti, accendono paure o speranze".
Sul "Parlare civile" e sull'approccio dei media è
intervenuto il presidente dell'ordine nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino , che ha
sottolineato come si stiano accumulando carte deontologiche ma resta ferma la
difficoltà di raccontare correttamente il presente. E se Leonardo Vietri, a tal
proposito, twitta "Iacopino: ignoriamo sistematicamente i bisogni delle
persone, e poi ci affanniamo a cercare definizioni", la Redattore Sociale
aggiunge: "Iacopino: le parole non sono suoni, ho paura che produciamo
parole nuove per poi sporcarle senza affrontare problema reale". Salvo poi
ammonire in un altro tweet, circa la gara a cercare nuovi vocaboli, non sempre
fruibili da chi fa informazione: "Iacopino: ve lo immaginate uno che
scrive prostituite invece di prostitute? Questa 'gara' mi inquieta".
Diversi commenti anche per Don Vinicio Albanesi, presidente
della Comunità di Capodarco, che nel tweet di Valentina Ersilia afferma:
"Don V.Albanesi: Cercate di conoscere i mondi e userete le parole giuste.
Frequentando mondi non avreste categorie ma persone".
Molti i brevi messaggi inviati sul social network per alcuni
passi dell'intervento di Luigi Manconi, deputato e presidente dell'associazione
"A buon diritto". In un primo tweet di Redattore Sociale si
legge: "Lavoro su parole va in buona parte fatto contro giornalisti e loro
argomentazioni, è un conflitto ideologico". Eppoi: "Quello delle
parole e delle definizioni è un percorso lento, evitare le tentazioni
censorie", per arrivare a citare i casi Aldovrandi e Cucchi, per
evidenziare i "casi di stigmatizzazione della figura della vittima".
Numerosi gli interventi su Twitter anche a proposito delle
relazioni di Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice, e di Annamaria
Testa, docente universitaria e scrittrice, entrambe partecipanti alla tavola
rotonda sul "Peso delle parole". Interventi molto apprezzati e
"twittati". L'Agenzia Redattore Sociale, per esempio, ha veicolato alcuni
passi. Tipo: "Intervento di @LaLIpperini, #parlarecivile non riguarda
solo i giornalisti ma riguarda i ragazzi e il linguaggio dei social
media". Oppure: "#parlarecivile, parla @LaLipperini, la rete è
democratica, no, può esserlo, non lo è di default". E a proposito del
volume, un tweet di elogio sancisce: "Intervento di @LaLIpperini,
#parlarecivile, libro da insegnare nelle scuole".
Apprezzati gli interventi delle relatrici su femminicidio e
badanti, tanto che una partecipante al seminario, Laura Emme, scrive: "@LaLipperini splendida stamani
al #parlarecivile Loredana, lei De Mauro e Testa insieme... Che gioia avervi ascoltati.
Grazie".
Simona D'Arcangeli, a proposito di parole sconvenienti,
twitta: "#parlarecivile aggiungerei alla lista "vecchio" a
dispetto dell'#invecchiamento attivo
(OMS)". E un'altra partecipante: "La sintesi della comunicazione non
può rispecchiare la sintesi del pensiero #parlarecivile".
Qualcuno ricorda l'intervento della giornalista Raffaella
Cosentino, coautrice del volume "parlare civile" ,
che ammonisce i presenti con "#parlarecivile, l'autrice @RaffaellaRoma ai
giornalisti presenti: non siamo qui per rendervi la vita più
facile". E c'è anche un ponte con il Parlamento, palcoscenico delle
elezioni per il capo dello Stato. Donata Columbro ritwitta e scrive, infatti:
"#parlarecivile RT: @gba_mm: Il lessico va cambiato: non ci sono franchi
tiratori ma elettori franchi #quirinale".
Chiude, in questa inevitabilmente incompleta rassegna, la
presenza si Psicoradio, che in un twitter dell'Agenzia Redattore Sociale viene
così segnalata: "@Psicoradio ci
piacerebbe trovare termine sui pazienti che hanno disagio mentale, lanciamo il
concorso né matti, né pazzi...". E direttamente, stamattina, twitta
invece: "Ieri a #parlarecivile di Redattore Sociale abbiamo
lanciato il concorso "nè matti, nè pazzi". Da anni lavoriamo...
http://fb.me/KVVWzcgP". (daiac)
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