ROMA - "Parlare
civile" è necessario "tutti i giorni, quando i soggetti deboli
soccombono all'uso improprio delle parole, dai disabili, ai migranti, alle
donne vittime di violenza": Con queste parole la Presidente della Camera
Laura Boldrini ha presentato oggi alla Camera dei Deputati il libro
"Parlare Civile – Comunicare senza discriminare", curato da Redattore
Sociale in collaborazione con l’associazione Parsec (Bruno Mondadori, aprile
2013) e il sostegno di Open Society Foundations. Si tratta del primo libro in
Italia dedicato ai principali temi a rischio di discriminazione e al linguaggio
per parlarne. Un mini-dizionario di 25 parole chiave, a cui se ne legano quasi
350: da "Disabilità", a "Genere e orientamento sessuale",
da "Immigrazione", a "Povertà ed emarginazione",
"Prostituzione e tratta", "Religioni", "Rom e
Sinti", "Salute mentale".
Anna
Meli, Coordinatrice dell’associazione Carta di Roma che è intervenuta alla
presentazione, ha sottolineato come i meriti del libro siano quelli di
"recuperare la memoria della parola, analizzarla e andare alla sua
origine" e di "non avere intenti censori o di predica, ma di
servizio" alla professione giornalistica. Per la Meli il libro rappresenta
anche una "sfida a colmare il divario con gli altri paesi europei, in
termini di dibattito su questi temi". "Non si tratta né di buonismo
né di politically correct ma di un modo per riappropriarci del lavoro
giornalistico con responsabilità e correttezza", ha concluso.
Domenico
Iannacone, autore del programma di Rai Tre "I Dieci Comandamenti",
che ha descritto come un "nuovo modello televisivo che utilizza anche il
silenzio", ha affermato l'importanza della libertà di raccontare
recuperando il senso delle parole, "che dovrebbero illuminare ma invece sono
usate per occultare". "Parole come ‘clandestino’ – ha detto Iannacone
- sono termini che nascondono e creano prigioni sociali". "Per
questo, ha affermato, bisogna recuperare il senso parola, oggi perso dai
media".
E' quindi
intervenuto Don Vinicio Albanesi che ha spiegato come il libro "Parlare
Civile" affronta , attraverso il linguaggio, il tema di "come i
ricchi trattano i poveri": "Chiamiamo ‘badante’ e ‘straniera’ la
donna che assiste i nostri nonni, mentre una ragazza alla pari, viene chiamata
con il suo nome", ha evidenziato. Allo stesso modo, "la ragazza di
strada viene chiamata in modo diverso dalla escort". Si tratta, per
Albanesi, di "quello che Focault chiamava stigma". "Anni fa il
disabile veniva definito ‘mongoloide’, ‘spastico’, ‘infelice’, ‘innocente’".
Per il Presidente della Comunità di Capodarco, l'utilizzo corretto della
parola, obiettivo di questo libro, significa "non regredire dalla civiltà
che ci accompagna da 3000 anni": "Con ogni parola sbagliata si torna
indietro".
La presidente
della Camera Laura Boldrini ha concluso la presentazione del volume, ricordando
come una delle principali battaglie che ha condotto nelle organizzazioni
internazionali sia stata quella del linguaggio, "che non è neutro, ma
influenza fortemente". Boldrini ha sottolineato come sia "miope
liquidare lo sforzo per un'informazione responsabile come buonismo e politically
correct", perché è un atteggiamento che "non considera il grande impatto
sull'opinione pubblica nella comunicazione dei fenomeni". La Presidente
delle Camera ha poi parlato di come in altri Paesi, come l'Inghilterra, il
dibattito sul linguaggio giornalistico si più ampio, e riguardi la garanzia
"che tutti i gruppi siano rappresentati nel mondo dell'informazione".
Boldrini
ha poi voluto citare l'episodio che ha dato vita alla Carta di Roma, ovvero lo strumento
per aiutare i giornalisti ai fini di una comunicazione più corretta, anche
giuridicamente: "Un quotidiano nazionale, in buona fede aveva intervistato
tre rifugiati eritrei, pubblicandone fotografie e nomi". Dal sequestro
parenti con la richiesta di un compenso altissimo che era seguito alla
pubblicazione del servizio, e dalla volontà di reagire del giornalista che lo
aveva pubblicato, Boldrini ha raccontato che è nata l'idea di fornire agli
operatori dell'informazione uno strumento nuovo.
Per
Boldrini, il volume "Parlare Civile" va nella stessa direzione della
Carta di Roma ed è un "lavoro prezioso per fare sì che il linguaggio non
sia vittima di pregiudizio", "che sarà importante veicolare attraverso
il web", cosa che - ha poi assicurato il Direttore di Redattore Sociale
Stefano Trasatti - avverrà a settembre, quando il libro si trasformerà in sito.
"Le parole fanno più male delle botte, ha
continuato Boldrini, per questo è importante "educare i giovani
all'utilizzo delle parole". "Ma bisogna iniziare dagli adulti".
"Parlare civile" è necessario "tutti i giorni, quando i soggetti
deboli soccombono all'uso improprio delle parole, dai disabili, ai migranti,
alle donne vittime di violenza": "Si tratta di coloro per cui mi
batto ogni giorno, e per questo sarò al vostro fianco, con l'obiettivo comune
di un'informazione responsabile", ha concluso. (lj)
Nessun commento:
Posta un commento